
Elaborare dati stanca
Lavorare stanca, diceva Cesare Pavese.
Questo ho pensato ieri sera rientrando a casa dal lavoro.
Ci sono giornate in cui il desiderio di accontentare tutti i clienti, di tenerti aggiornato all’ultima normativa in sanità, di verificare che i dati siano tutti a posto, ti portano in giro senza farti tirare il fiato.
A volte in questo saltellare da un lavoro all’altro chiudi tanti progetti. A volte saltelli di qua e di là e ti sembra di non aver fatto nulla di buono.
E alla sera ti senti spaesato. Sono le sere che preludono a notti di sogni agitati. Sognerai di fare la pulizia dei dati, di bloccare i server con le elaborazioni, di leggere la nuova normativa dell’Assistenza Territoriale nel Servizio Sanitario Nazionale. Talvolta riesci a risolvere nei sogni, quel problema sullo script che ti ha tormentato tutto il giorno…
Si parla costantemente del valore dei dati e di quanto siano preziosi per un’azienda data informed. Eppure il 60% del tempo di un data scientist lo passiamo a pulire i dati di origine e ad organizzarli.
Pavese mi ha ispirato questa poesia, tratta da Gente spaesata, inserita nella raccolta Lavorare stanca.
Gente spaesata
Troppi dati. Ne abbiamo veduti abbastanza di dati.
Alla sera, che la marea di dati si stende slavata
e sfumata nel nulla, Il mio socio la fissa
e io fisso il mio socio e non parla nessuno.
Nottetempo finiamo a rinchiuderci in fondo a una tampa,
isolati nel monitor, e pensiamo. Il mio socio ha i suoi sogni
(sono un poco monotoni i sogni di uno che legge dati)
dove date in formato errato non sono che lo specchio, tra un file e l’altro,
di fonti differenti, screziate di zeri non allineati e numeri in formato testo.
Vi capita mai di sognare il vostro lavoro? #datascientist#healthbi
innovo